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Creato il 28-07-2025

Com’è fatto un carrello elevatore? Componenti, funzioni e struttura spiegate nel dettaglio

Carrello elevatore industriale

Ricordi il programma televisivo “com’è fatto?”. Ecco oggi vogliamo riprendere questo format e portarti nel mondo della movimentazione industriale.

Metteremo sotto raggi X il carrello elevatore e vedremo tutte le parti principali di cui è composto, segnalandoti anche quelle sulle quali è bene non badare a spese (contrassegnate con ⬅️) per avere un mezzo di qualità e performante nel lungo termine. 

Ecco un indice che ti aiuterà a navigare nell’articolo:

  1. Cos’è un carrello elevatore e a cosa serve
  2. Le parti principali di un carrello elevatore (con approfondimento di ciascuna)
  3. Le varianti (differenze tra le varie tipologie di muletti)
  4. Come funziona un carrello elevatore (in breve)
  5. La personalizzazione di un carrello elevatore

Che tu stia iniziando un corso per carrellisti, debba valutare l’acquisto di nuovi mezzi per il tuo magazzino o, più semplicemente, ti stia chiedendo come funziona un “muletto”, qui troverai tutte le risposte alle tue domande! Iniziamo!

Cos’è un carrello elevatore e a cosa serve

Partiamo con una breve definizione:

È composto da una struttura centrale alla quale sono agganciate delle forche (in posizioni diverse rispetto all’operatore a seconda del tipo di carrello) che, grazie a un sistema idraulico, si alzano e si abbassano per movimentare la merce e spostarla da un luogo all’altro, facilitando gli operatori nelle operazioni di magazzino. 

I carrelli elevatori possono essere elettrici, diesel o a GPL (quest’ultima tipologia non è consentita in Italia) e si guidano tramite volante o timone, con comandi idraulici per il sollevamento e l’inclinazione.

Le parti principali di un carrello elevatore

Vediamo ora una ad una le parti costitutive del muletto scendendo nei dettagli, per capirne davvero il ruolo nel funzionamento del mezzo. 

Schema delle componenti di un carrello elevatore industriale

Telaio e contrappeso

Il telaio rappresenta la struttura portante del muletto ed ha la funzione di garantire stabilità e robustezza all’intero mezzo. È proprio su questo elemento che vengono montati tutti gli altri componenti: le ruote, il montante, il motore, la batteria, la cabina di guida e le forche. 

Una struttura solida e rigida permette di sollevare carichi pesanti in totale sicurezza mantenendo sempre l’agilità e la manovrabilità del mezzo.

Il contrappeso rappresenta una delle parti del telaio ed è posto in genere sul lato opposto rispetto alle forche allo scopo di controbilanciare il carico per impedire ribaltamenti del mezzo e della merce. 

Forche ⬅️

Le forche sono due prolunghe realizzate in acciaio ad alta resistenza, poste solitamente nella parte frontale  del carrello (nei carrelli frontali), che consentono di sollevare, trasportare e riposizionare i carichi. Il  movimento verticale è possibile grazie ad un sistema idraulico a funi o catene (di cui parleremo più in dettaglio in seguito) e che permette di alzare e abbassare le forche a seconda dell’altezza in cui sono posizionate le merci da movimentare. 

Ogni singola forca è costituita da una lama orizzontale, sulla quale poggiano i carichi, e da un tallone che la ancora al carrello portaforche. 

Ne esistono diverse varianti in termini di lunghezza, spessore e forma, a seconda del tipo di merce da movimentare. Possono essere alzate o abbassate in base all’altezza di prelievo o stoccaggio, offrendo grande versatilità operativa in ogni contesto logistico.

Carrello portaforche ⬅️

Il carrello portaforche, anche conosciuto come “piastra portaforche” rappresenta il punto di collegamento tra le forche e il sistema di sollevamento del carrello. Infatti, le forche sono ancorate alla sua struttura mobile, che scorre lungo il montante del mezzo per raggiungere altezze diverse. 

Montante ⬅️

Il montante è la struttura verticale che permette di alzare e abbassare le forche. La sua altezza determina fino a che punto sarà possibile movimentare la merce. 

Questo elemento è composto da due colonne verticali nelle quali le forche possono abbassarsi, alzarsi e spostarsi avanti e indietro.

Esistono diversi tipi di montante che possono raggiungere altezze diverse in base al numero di slitte, cioè i componenti verticali che scorrono una dentro l’altra nel montante: 

  • Montante Simplex  (o monomast): è costituito da una singola slitta, senza sezioni telescopiche. Questa caratteristica non permette una grande estensione in altezza, ma garantisce massima stabilità e robustezza. Un carrello con montante simplex è perfetto per le operazioni come carico/scarico di camion. 
  • Montante Duplex: composto da due slitte, una fissa e una mobile. Questo montante offre una buona altezza di sollevamento, mantenendo una struttura compatta e relativamente semplice. Alcune versioni di Duplex offrono anche una discreta alzata libera, cioè la capacità di sollevare le forche senza far estendere il montante. Un carrello elevatore con montante duplex è una soluzione molto usata nei magazzini tradizionali, dove non è necessario raggiungere quote troppo elevate, ma serve comunque una certa versatilità.
  • Montante Triplex: dotato di 3 slitte, permette di gestire diversi tipi di altezze di sollevamento, anche molto elevate. Il carrello elevatore con montante triplex è molto diffuso nei magazzini verticali o negli impianti dove si sfrutta al massimo lo spazio in altezza, sempre mantenendo la stabilità del mezzo.
  • Montante Quadruplex: con le sue 4 sezioni telescopiche, è in grado di raggiungere altezze di sollevamento molto elevate, tipiche di contesti portuali o aeroportuali, pur mantenendo un’altezza iniziale contenuta. È il tipo di montante meno frequente, perché utilizzato per situazioni specifiche. 

Tettuccio di protezione

Il tettuccio è la struttura di protezione superiore rigida del carrello che serve a proteggere l’utente dalla caduta di carichi dall’alto e dagli agenti atmosferici nei casi in cui il mezzo venga utilizzato all’esterno. 

È un elemento di sicurezza obbligatorio per tutti i carrelli che operano con uomo a bordo.  

Cabina

La cabina è la struttura da cui l’operatore guida il muletto. Si tratta di una vera e propria “postazione di comando” dotata di tutti i sistemi di controllo del carrello elevatore. Una cabina ben progettata riduce l’affaticamento dell’operatore e garantisce un’ottima visibilità dell’area circostante. 

All’interno della cabina si trovano solitamente:

  • un sedile ergonomico regolabile,
  • un volante o un joystick di guida,
  • leve idrauliche o comandi elettronici per sollevare, abbassare e inclinare le forche,
  • un cruscotto con allarmi, spie e indicatori (batteria, ore di lavoro, carico),
  • e specchietti retrovisori.

Esistono diverse tipologie di cabina, che variano in base al tipo di carrello elevatore e al suo ambiente di utilizzo:

  • cabine aperte → soprattutto per uso in ambienti interni.
  • cabine chiuse → vetrate e sigillate per l’utilizzo in ambienti esterni.
  • cabine semichiuse → soluzione ibrida che consente di operare in ambienti chiusi o esterni.

Ruote e assali

Le ruote sono parti fondamentali del carrello elevatore, non solo perché ne permettono lo spostamento, ma soprattutto perché determinano quanto peso può essere trasportato, su quali superfici può operare il mezzo e la sua stabilità e resistenza.  

Gli assali sono gli elementi strutturali che collegano tra di loro le ruote di uno stesso asse, anteriore e posteriore, e sostengono il peso del carrello e del carico.

A differenza di altri tipi di veicoli, nel carrello elevatore le ruote anteriori e posteriori hanno funzioni diverse:

  • Due ruote anteriori che sostengono il peso del carico e sono collegate all’impianto di sollevamento;
  • Due ruote posteriori sterzanti che danno la direzione al carrello

La scelta della tipologia di ruota determina se il carrello elevatore può essere più adatto per l’utilizzo in interno, esterno o in contesti particolari. 

Comandi e pannello di controllo

I comandi, l’abbiamo visto precedentemente, sono il mezzo di comunicazione tra l’operatore e il carrello elevatore e si trovano all’interno della cabina.

Leve, pulsanti, volante e comandi idraulici sono tutti strumenti che consentono di manovrare il mezzo. 

Impianto idraulico ⬅️

Il sistema idraulico del carrello elevatore è l’impianto che consente di sollevare, abbassare e inclinare le forche, attraverso l’uso di un fluido che, una volta messo in pressione, attiva dei cilindri idraulici che trasformano la pressione in movimento meccanico. 

Questo impianto, in sintesi, rappresenta il “sistema muscolare” del carrello elevatore. 

Catene o funi ⬅️

Direttamente collegate all’impianto idraulico, le catene e le funi sono elementi che trasferiscono il movimento dal pistone alle pulegge. A queste ultime sono ancorate le  funi/catene che, sollevandosi, alzano il carrello portaforche.

Essendo soggette ad usura per utilizzo intensivo, i controlli di catene e funi è obbligatorio per legge e deve essere effettuato con cadenza trimestrale.

In Officina Pavan ci occupiamo di eseguire la manutenzione di questi elementi, avvisandoti del sopraggiungere del controllo e compilando un rapportino per tenere traccia dei controlli effettuati e delle azioni correttive eseguite.  

Contattaci per ulteriori informazioni

Motore e trasmissione ⬅️

Il motore, elettrico o termico, è il centro nevralgico del carrello elevatore e l’elemento che genera l’energia necessaria ad azionare la trazione e il sistema idraulico. È posto nella parte posteriore del carrello elevatore per controbilanciare il carico. 

La trasmissione è il componente che permette di trasferire la potenza prodotta dal motore alle ruote, trasformando questa energia in movimento.

A seconda del tipo di alimentazione, il motore può essere:

  • elettrico: funziona tramite batterie al piombo o al litio. Questa opzione è più indicata per l’utilizzo in ambienti interni in quanto genera meno emissioni e risulta più silenziosa.
  • termico (diesel o GPL): funzionanti tramite combustione, questo tipo di motori è utilizzato principalmente in contesti esterni o dove è richiesta maggiore autonomia e potenza. (Ricordiamo che i motori GPL non sono permessi in italia.)

Serbatoio o batteria 

Il tipo di alimentazione del carrello elevatore determina se il mezzo è dotato di serbatoio o batteria:

  • Il serbatoio è presente nei carrelli elevatori termici e ha la funzione di contenere il carburante che alimenta il motore.
  • La batteria, presente nei carrelli elevatori elettrici, può essere al piombo acido (che richiede manutenzione più frequente) e agli ioni di litio (più efficiente e che non richiede manutenzione). Ti consigliamo di effettuare il controllo della batteria almeno una volta all’anno affidandoti a un’azienda specializzata.

In entrambi i casi, questi elementi sono posizionati nella parte posteriore del carrello elevatore, per controbilanciare il carico posizionato sulle forche. 

Sistema frenante ⬅️

Il sistema frenante controlla l’arresto del veicolo e la stabilità del carico durante le operazioni di movimentazione. 

A differenza di un veicolo stradale, il carrello elevatore opera spesso in spazi ristretti e a basse velocità, ma supporta pesi elevati e carichi sbilanciati, quindi la prontezza e l’affidabilità del freno sono fondamentali: un freno non performante, infatti, può causare la caduta dei carichi ed altri seri danni a merci e operatori.

Nei carrelli elevatori esistono due categorie di freni principali: 

  • Freno di servizio: quello che si usa per rallentare o per fermare temporaneamente il carrello elevatore. Può essere a disco, a tamburo o a bagno d’olio.
  • Freno di stazionamento: il classico freno a mano così come lo conosciamo per le auto, che consente di bloccare il carrello quando è parcheggiato. Può essere a leva manuale o automatico. 

Esistono poi, nei carrelli di ultima generazione, dei freni chiamati “rigenerativi” che, in connessione con il motore, recuperano energia il carrello elevatore durante la frenata o il rilascio dell’acceleratore.

Ovviamente il sistema frenante, garantendo la sicurezza di utilizzo del mezzo, va ispezionato di frequente per evitare guasti improvvisi e situazioni di pericolo. 

Elementi per la sicurezza

A corredo degli elementi centrali che permettono il corretto funzionamento del carrello elevatore, esistono poi una serie di elementi che possono garantire la sicurezza del mezzo e dell’operatore:

  • Cintura per la guida;
  • Tettuccio di protezione
  • Specchietti retrovisori;
  • Sensori e telecamere; 
  • Luci lampeggianti gialle o rosse e luci blu;
  • Segnali acustici di manovra; 
  • Strisce riflettenti; 
  • Strumenti avanzati 
  • Display con indicatori di eventuali anomalie.

Ai classici dispositivi di sicurezza tradizionali che abbiamo appena elencato, si aggiungono una serie di nuove tecnologie che permettono di avere ancora più controllo del mezzo e di diminuire il rischio di incidenti: 

  • Frenata automatica: sistemi che frenano automaticamente al sopraggiungere di un ostacolo;
  • Sistemi anti-ribaltamento: sistemi che correggono bilanciamento del carrello quando il carico è sbilanciato o il baricentro si sposta oltre i limiti di sicurezza;
  • Sistemi di blocco avviamento: sistemi che bloccano l’utilizzo del mezzo se non viene eseguita una determinata sequenza di sicurezza (es: cintura allacciata).

Varianti costruttive: non tutti i carrelli sono uguali

Se gli elementi che abbiamo definito nei paragrafi precedenti rappresentano tutte le parti costitutive dei carrelli elevatori in generale, esistono anche delle varianti per forma, funzionamento e modalità di movimentazione pensate per esigenze specifiche di magazzino. 

Carrelli retrattili

Carrello retrattile
Fonte: Jungheinrich

Utilizzato tipicamente in magazzini con scaffalature alte, presenta un montante retrattile che si sviluppa in altezza e, ritirandosi nel telaio, riduce l’ingombro del mezzo. In questi tipi di carrelli, le forche sono poste di lato rispetto all’operatore.

Commissionatori

Carrello commissionatore
Fonte: Jungheinrich

I commissionatori sono carrelli in cui la postazione di comando si alza lungo il montante assieme al piano di carico delle forche per facilitare le operazioni di picking. Nei commissionatori verticali la postazione può elevarsi fino a quote molto alte, rendendoli ideali per magazzini con scaffalature sviluppate in altezza, mentre i commissionatori orizzontali vengono usati principlamente per effettuare prelievi a livello del suolo o sui primi scaffali.

Transpallet

Carrello transpallet
Fonte: Jungheinrich

I transpallet, manuali o elettrici, sono carrelli senza cabina, montante e motore che operano ad altezze molto basse. Sono dotati solamente di due forche che permettono di alzare il carico di pochi centimetri e di spostarlo da una parte all’altra dell’area di lavoro.

Carrello laterale (side loader)

È un carrello pensato per la movimentazione di carichi lunghi e ingombranti. Le forche sono montate sul lato lungo del mezzo, senza creare ingombri frontali. 

Stoccatori

Carrello stoccatore
Fonte: Jungheinrich

Gli stoccatori sono progettati per sollevare carichi a media altezza mantenendo l’operatore a terra o su pedana. Grazie alla loro struttura compatta, sono ideali per corridoi stretti e operazioni di stoccaggio su scaffalature di medie dimensioni.

Trilaterali

Carrello trilaterale
Fonte: Jungheinrich

I carrelli trilaterali combinano la tecnologia dei retrattili con un meccanismo di rotazione della testa di presa: il montante e le forche possono ruotare, consentendo di lavorare su tre direzioni: frontale  e laterali. Questo li rende perfetti per magazzini con corsie strette.

Come funziona un carrello elevatore (in breve): 

Ora che abbiamo visto gli elementi costruttivi dei carrelli elevatori vediamo in breve come funzionano.

Tutto inizia con l’accensione del mezzo che aziona il motore alimentato a batteria (per mezzi elettrici) o a combustibile (per mezzi termici).  

Dalla cabina, l’operatore può direzionare il mezzo all’interno dell’area di lavoro e movimentare il carico grazie all’impianto idraulico.

Per quanto riguarda la movimentazione del carico, il carrello utilizza un impianto idraulico che mette in pressione un fluido (olio) per attivare dei cilindri, i quali a loro volta fanno muovere le forche.

Le forche vengono fatte passare sotto al carico, solitamente posto sopra a pallet, e vengono sollevate, inclinandole leggermente verso l’interno per non rischiare che il carico scivoli. Una volta sollevato, il carico viene trasportato e posizionato nel punto desiderato.


Corsi per carrellisti

In Officina Pavan, oltre che occuparci della vendita, dell’assistenza e del noleggio di questi mezzi, ci occupiamo anche di organizzare corsi di formazione per diventare carrellisti o corsi di aggiornamento per il rinnovo del patentino di abilitazione. 

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